Audioguida per il percorso naturalistico
Nome pianta:
Menta
Ordine:
Lamiales
Famiglia:
Lamiaceae
Genere:
Mentha
Specie:
Mentha spicata
Formula fiorale:
⚥ K(5) C(5) bilabiata A4 G¯(2) → tetrachenio
Apparato radicale:
Rizomatosa-stolonifera
Frutto:
Tetrachenio
La menta non cammina, eppure viaggia. Viaggia con gli uomini, nei mercati e nei miti, nelle medicine antiche e nei gesti quotidiani. È una pianta errante, nomade per natura, che si espande in silenzio con i suoi stoloni, conquistando ogni lembo di terra umida che trova. Originaria delle regioni temperate di Europa, Asia e Nord Africa, la menta ha sempre avuto un dono: quello di adattarsi. Nei fossi, nei giardini, tra le pietre di un orto abbandonato, lei si insinua senza fare rumore, ma lasciando dietro di sé una scia di freschezza inconfondibile.
Appartiene alla grande famiglia delle Lamiaceae, come timo, salvia e rosmarino, ma porta in sé qualcosa di diverso: un’energia quasi eterea, fatta di leggerezza e vitalità. Già coltivata dagli Egizi per le sue proprietà medicamentose, dai Greci per profumare le stanze dell’ospitalità, dai Romani per insaporire le pietanze, la menta si è sparsa nei secoli lungo tutte le rotte del Mediterraneo, radicandosi anche nel Sud Italia, dove cresce rigogliosa nei cortili assolati, tra i limoni e le anfore spaccate dal tempo.
Oggi la si incontra ovunque: nei margini dei campi in Puglia, nelle vasche in pietra delle masserie siciliane, nei piccoli orti calabresi dove non manca mai un ciuffo da strappare al volo per rinfrescare un bicchiere o un pensiero.
Usi e virtù tra memoria e quotidianità
La menta non si dimentica: rimane sulla pelle, nelle narici, nel palato. Il suo profumo è un richiamo istantaneo, un’apertura sensoriale che sorprende. Dalle sue foglie dentellate, vellutate e umide come rugiada, si estrae un olio essenziale ricchissimo di mentolo, una sostanza dalle mille virtù: rinfrescante, digestiva, antisettica, stimolante.
La menta piperita (Mentha × piperita), più pungente e balsamica, e la menta spicata (Mentha spicata), dolce e meno invadente, sono le due varietà più note. Ma in ogni forma, questa pianta ha accompagnato l’umanità con discrezione e potenza. In infuso calma lo stomaco e schiarisce la mente; come unguento allevia dolori e tensioni; nei suffumigi libera il respiro, e nelle giornate calde, un solo rametto strofinato sulla pelle vale più di mille parole.
Il suo nome viene da una leggenda: Mentha, la ninfa amata da Ade e trasformata in pianta da Persefone, gelosa e decisa a farne un’eco profumata piuttosto che un ricordo sbiadito. Da allora, la menta è simbolo di rinascita e lucidità, di passaggio e ritorno, di ombra che si fa luce.
Nel Sud Italia è una presenza quasi domestica: nella cucina delle nonne, che ne aggiungono una foglia nelle insalate o nel tè bollente; nei rimedi popolari per il mal di testa e il mal di cuore; nei sacchetti appesi alle finestre per tenere lontane le zanzare e i pensieri bui. Si dice anche che chi coltiva la menta nel proprio giardino ha sempre una via d’uscita: perché la menta, con il suo profumo così diretto, così puro, insegna a vedere chiaro.
Un gesto, un’essenza, un respiro
Toccare la menta è toccare una sorgente. Le sue foglie, così vive e lievi, sembrano vibrare al minimo tocco. Le infiorescenze, sottili e color malva, si agitano al vento come piccoli incanti visivi. Ma è l’odore – quel colpo fresco che sale dritto al petto – a rivelare la vera essenza di questa pianta: una forza che non urla, ma rigenera. Un’erba che purifica senza invadere, che rinfresca senza gelare, che stimola senza agitare.
È la pianta dei contrasti gentili. Cresce in basso, ma apre lo sguardo. Vive in ambienti umidi, ma porta con sé il vento. È usata in medicina e in pasticceria, nei rituali e nei cocktail, nei rosoli della tradizione e nei prodotti cosmetici più raffinati. Essiccata conserva la sua voce, ma è nel momento del raccolto fresco – quando il sole comincia a scaldare la terra e le foglie sono ancora bagnate di rugiada – che la menta si offre in tutta la sua pienezza.
E allora basta un gesto: una foglia tra le dita, una breve inspirazione. E tutto si rischiara. Il tempo rallenta, la mente si apre, la stanchezza si scioglie. La menta non è solo una pianta: è una chiave. Una breccia verde nella calura. Un respiro – netto, fresco, necessario – nel cuore del Mediterraneo.